mercoledì 11 settembre 2013

udine, la luna e sting

Il mio primo concerto doveva essere un altro concerto. Era il 1988 e io ero una fan accanita di Maicol Gecson, ma dovevo ancora compiere 14 anni e quindi i miei decisero che per andare a un concerto tutta sola nella Grande Città (Roma o Torino) era decisamente troppo presto.
Per consolarmi, mio padre si offrì di portarmi a sentire Sting che avrebbe suonato a Udine allo stadio Friuli. Per l'occasione fu coinvolta anche la mia cuginetta, di un anno minore di me.
Dunque, l'anno prima Maicol Gecson aveva pubblicato "Bad", e girava il mondo ricoperto da uno strato di pelle nera borchiata per dire quanto lui fosse un duro.
Sting, povera stella, era ai nostri occhi un biondino slavato ancora lontano dalla scoperta del sesso tantrico (non che dopo abbia acquisito fascino ai miei occhi, ma pare brutto non citarlo visto che lui ne andava così fiero*). Per aggiungere mestizia e slavatezza alla sua immagine, il video più popolare all'epoca era una canzone malinconica girata in bianco e nero...






Insomma non ho proprio fatto salti di gioia, ma era pur sempre il nostro Primo Concerto. Cosa mi ricordo? Non molto a dire il vero: era primavera, faceva caldo ma non abbastanza perché le nostre madri ci permettessero di andare senza giacca di jeans, e sono quasi sicura che la mia avesse le spalline imbottite.
Le canzoni sue e dei Police io non le conoscevo, le ho sentite quella sera per la prima volta, quindi tutta la gioia e l'emozione di cantare insieme al proprio idolo mi è rimasta sconosciuta fino a diversi anni dopo.
Ma la luna che sorse a metà concerto proprio dietro allo stadio, gialla, rotonda, perfetta, e continuò a salire nel cielo come se l'avesse programmata lui in persona, mi colpì così tanto che ancora oggi non me lo spiego, era come vedere la luna per la prima volta. Perciò Sting non sono poi mai più andata a vederlo, ma è stato bello lo stesso.

questo post è stato ispirato dal blog bastonate, se anche a voi vien voglia di raccontare il vostro primo concerto diteglielo via mail a disappunto(a)gmail.com o nei commenti al suo racconto

*sì, lo so, era solo una spacconata tra amici.

giovedì 25 luglio 2013

Le cose che crescono

Tra lavoro e affetti, negli ultimi mesi le cose che finiscono sono state tante, è davvero un periodo buio. Allora per farmi coraggio ho cominciato a dedicarmi alle cose che crescono.
Non ho il pollice verde ma ho sempre avuto piante intorno e così mi è sembrato un buon punto di partenza.


Ho iniziato con le piante grasse che piacevano tanto a mia madre. E loro hanno fatto questo fiore gigante.


  
Poi ho provato a seminare piantine nuove, ed è uscita questa zucca, e tanti fiori.
Poi un giorno abbiamo sentito miagolare con insistenza. Con molta insistenza. Erano tre gattini orfani, figli di una gatta randagia finita sotto un'auto. Erano già grandini, ma non ancora svezzati, così per una settimana li ho allattati col biberon. Quando hanno cominciato a mangiare il cibo in scatola sono riuscita a trovare 2 famiglie a cui affidare la femminuccia e uno dei maschietti.
Il terzo gattino l'ho tenuto io, mi sono affezionata. Il piccolo folletto starebbe a giocare tutto il tempo, ha portato una vena di imprevedibilità in famiglia che ci mancava. Qui nella foto in uno dei rari momenti in cui sta fermo.
Non riesco a immaginare cosa succederà nei prossimi mesi, ma spero che tutto questo sia di buon auspicio.

martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale


Buon Natale a quelli che, dopo il cenone o il pranzo di Natale, lavano i piatti e anche le pentole.
Buon Natale a quelli che cantano i canti di Natale, e dopo si fermano a raccogliere gli spartiti e a riavvolgere i cavi degli strumenti.
Buon Natale a quelli che preparano il vin brulè e affettano il panettone per la bicchierata, e anche a quelli che raccolgono i bicchieri vuoti e puliscono le uvette calpestate sul pavimento.
Buon Natale a chi non ha paura di rendersi ridicolo, e si mette un costume rosso e un cuscino sulla pancia per far sorridere i bambini.
Buon Natale soprattutto a chi non ha nessuno vicino a cui augurare buon Natale.

giovedì 20 settembre 2012

Primavera fuori stagione

Questa lunga estate calda e secca ha favorito il proliferare del bruco americano - per gli scienziati Hyphantria cunea - un parassita che fa il nido sui rami degli alberi e poi li defoglia completamente. Qui in Friuli ad esempio in mezzo ai campi ci sono ancora bellissime file di gelsi, che una volta si piantavano per allevare il baco da seta, e che negli ultimi tempi erano rimasti del tutto senza foglie.
In questi giorni, per uno strano prodigio silenzioso, li ho visti coprirsi nuovamente di foglioline verde lucido, come una piccola primavera fuori stagione.
In questo particolare momento della mia vita sto riorganizzando le idee per passare a una nuova fase (spero di frequentare un bellissimo corso a Udine) e anche io in queste giornate di sole mi sento un po' come quegli alberi, con i miei progetti, le piantine nuove che ho messo sul terrazzo: non è mai tardi per festeggiare la primavera.